Sin dalla più tenera età, alle nuove generazioni viene insegnato che il futuro, il successo e la prosperità economica dipendano solo ed esclusivamente dalle scelte effettuate, dall’inesauribile impegno e dagli obiettivi che ogni essere umano si antepone, eppure il pianeta, popolato da 7,8 miliardi di individui, sembra dimostrare l’esatto opposto di quanto sostenuto.
La realtà odierna è notevolmente più complessa di quanto sembri, si viene ingannati dalla flebile illusione che l’innovazione e l’industria 4.0, in continuo mutamento, comportino benefici all’umanità, nonostante non siano in grado di risolvere ogni criticità, così come hanno saputo dimostrare le giovani protagoniste della lotta ambientale Severn Suzuki nel 1992 e Greta Thunberg 25 anni dopo.
La verità è che il mondo non è nelle mani della gioventù, ma è in quello delle generazioni passate, le quali stanno finalmente iniziando a percepire con maggiore interesse la gravità e la fragilità dell’estrema situazione alla quale è sottoposta la terra, e tale concetto è stato ribadito più volte da Antonio Rottigni, esperto aziendale, giunto al Romero per raccontare l’interminabile storia di impegno e studio continuo della Radici Group in ambito socio ambientale.
Quest’azienda esiste sin dal 1941, e nel corso degli anni ha saputo sviluppare numerosi processi produttivi differenti, a partire dalla lavorazione esclusivamente tessile, fino a giungere al trattamento di tecnopolimeri e della poliammide 6, sebbene l’obiettivo principale non si limiti solo ed esclusivamente alla produzione finalizzata al raggiungimento di un elevato fatturato, ma si occupa attivamente in materia di rispetto ambientale.
Di fatto, da ben 15 anni, la Radici Group redige il bilancio di sostenibilità, con un notevole anticipo rispetto alla concorrenza, visto che solo nel 2025 diverrà d’obbligo per le grandi imprese, e un simile impegno è sicuramente la naturale conseguenza dell’’irrefrenabile dedizione verso un processo produttivo qualitativo ed ecosostenibile; il concetto tanto ribadito di sostenibilità va ben oltre il semplice riciclaggio, ma amplia i suoi orizzonti verso le lavorazioni a basso impatto ambientale, la Circular economy e il ridotto spreco di materiale ricco di vite aggiuntive.
A tal proposito, un antico proverbio sostiene che ognuno di noi eredita la terra dai suoi antenati, ma la prendiamo in prestito dai nostri figli, e se togliamo qualcosa alla terra, è necessario restituirlo in seguito, dunque, a partire da tale affermazione, il discorso di A. Rottigni si è evoluto dirigendosi verso i diciassette obiettivi dell’agenda 2030, dimostrando in contemporanea che ben 13 obiettivi vengono meticolosamente perseguiti dall’azienda presso cui lavora.
Tra questi rientra persino la parità di genere, purtroppo ancora fonte di dibattito ai giorni nostri, anche se l’impresa non si limita banalmente al raggiungimento delle quote rosa imposte dalla legge, ma riflette sul valore del singolo lavoratore identificandolo come individuo competente e con capacità ed attitudini diverse da qualunque altro, rendendolo unico nel suo genere. Riflettendo invece sulla tematica Corporate social responsability, è buona norma saper distinguere la vera sostenibilità dal mero fenomeno del greenwashing, definito anche ambientalismo di facciata, il quale consistente nell’ingannare la clientela sul livello di ecosostenibilità dei prodotti a loro offerti, operato paradossalmente da moltissime aziende imponenti sui mercati internazionali.
La differenza può essere facilmente percepita grazie all’ LCA, meccanismo capace di misurare l’impatto del ciclo di vita del prodotto, differente per ogni materiale, oppure dalle icone ISO (sistemi di gestione della sostenibilità), le quali certificano la trasparenza e l’impegno concreto dei produttori verso il pianeta.
Logicamente lo sviluppo sostenibile si basa sull’equilibrio di 3 fattori chiave (ambientale, sociale ed economico), concretizzato nell’utopico desiderio di raggiungere livelli di produzione e novachips 100% rinnovabili, abbattendo in contemporanea le emissioni di CO2, azzerando anche ogni spreco di risorse essenziali alla vita.
In sostanza, la Radici Group è la reale dimostrazione di come la sostenibilità e lo sviluppo non debbano basarsi sugli affascinanti slogan pubblicitari, ma al contrario sulla concretezza delle azioni e sui fatti, facendosi artefice in prima linea della salvaguardia del pianeta e delle brillanti menti destinate a popolarlo ed innovarlo nel futuro a noi sempre più prossimo.
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