Visita al campo di concentramento di Sachsenhausen

Ad ottobre 2023 la 5S e la 5U hanno visitato il campo di Sachsenhausen nell'ambito della visita di istruzione a Berlino. Video della prof.ssa Oslak.

Fabrizio Rota

Docente e funzione strumentale

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Noi ragazzi della 5U, insieme ai ragazzi della 5S, siamo stati sei giorni in viaggio di istruzione a Berlino, accompagnati dalla dirigente scolastica e dalle professoresse Forcella, Oslak e Panzera. Il quinto giorno, il 26 ottobre, ci siamo recati al campo di concentramento di Sachsenhausen nella cittadina di Oranienburg, che dista circa 36 chilometri da Berlino.

Il campo di concentramento di Sachsenhausen venne eretto nell’estate del 1936 per lo più dai prigionieri del lager di Emsland. Fu la nascita del primo campo di concentramento dopo la nomina del capo supremo delle SS Heinrich Himmler a capo della polizia tedesca nel luglio del 1936. Tra il 1936 e il 1945 vennero internati nel campo di concentramento di Sachsenhausen oltre 200.000 persone. Si trattava inizialmente di oppositori politici del regime nazista, mentre in seguito vennero arrestati sempre in maggior numero coloro, che secondo la logica nazista, appartenevano a una categoria umana inferiore per ragioni razziali o biologiche. Decine di migliaia morirono di stenti, di malattia, di lavori forzati e di maltrattamenti o caddero vittime di sistematiche azioni omicide delle SS. Più di 3.000 tra malati, dottori e infermieri, rimasti nel campo di concentramento dopo le marce di morte, furono liberati tra il 22 e il 23 aprile del 1945 dai soldati sovietici e polacchi.

Tre mesi dopo la fine della guerra, il lager venne utilizzato di nuovo nella sua funzione iniziale, ma in questo caso vennero internati principalmente sotto funzionari del regime nazista e oppositori politici. Fino alla chiusura definitiva del campo avvenuta nel marzo del 1950, vennero imprigionate 60.000 persone di cui 12.000 persero la vita.

La visita del campo è stata molto toccante. Quel giovedì 26 ottobre pioveva e tirava un vento freddo; pensare che migliaia di persone hanno dovuto vivere in quelle condizioni di freddo senza potersi coprire o scaldare, mangiando praticamente nulla e lavorando tutto il giorno, mi ha fatto riflettere molto. Per la prima volta durante il viaggio avevo freddo, non tanto esternamente, quanto interiormente:  il pensiero che l’essere umano sia stato capace di tali crudeltà ti ghiaccia il cuore. Visitare luoghi così portatori di storia ti fanno comprendere quanto sia importante studiare la storia, affinché atrocità del genere non avvengano più e che nessun uomo si senta più privato della propria identità in quel modo.

Chiara, 5U